Stampa questa pagina

Censimento e no, quando si gioca sulle parole e si fa confusione

Mercoledì, 20 Giugno 2018

Una riforma costituzionale a costo zero, però molto utile, sarebbe quella di fare obbligo a tutti i politici, da un ministro all’ultimo assessore del più piccolo Comune della Repubblica, di usare un manuale sul significato dei principali vocaboli che si usano nella vita politica. È vero, ci sono già i dizionari, quelli sono voluminosi e contengono tutte le parole. Basterebbe un manualetto sull’uso del linguaggio politico, perché è evidente che non sempre tutti usano le stesse parole avendo a riferimento un medesimo significato.

Lunga premessa necessaria per dare conto della nota con cui l’amministrazione comunale precisa la propria posizione a proposito del censimento dei Rom evocato dal ministro Salvini.

Buongiorno Rimini ha subito messo in evidenza che a Rimini un censimento era già stato fatto, che gli inquilini di via Islanda erano stati classificati fra Sinti e Rumeni, distinzione etnica molto importante perché solo ai primi verranno assegnate le microaree con le casette.

Dopo questa doverosa premessa, ecco la prima parte della nota:

“In barba alle ormai classiche strumentalizzazioni o confusioni ‘ad arte’, va ribadito come il Comune di Rimini non abbia fatto un ‘censimento’ su base etnica della popolazione rom e sinti presente sul territorio comunale. È sufficiente citare quanto già espresso ieri dalla vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini: non ci sono state schedature, ma si tratta di ricognizioni demografiche, di monitoraggi utili a fini informativi, ma soprattutto necessari per raggiungere l’obiettivo indicato dall’Unione Europea e recepito dalla sia dall’Italia sia dalla Regione di superare i grandi insediamenti, come quello presente in via Islanda. Obiettivo per altro presente anche nel contratto di governo ‘del cambiamento’ firmato da Movimento 5 Stelle e Lega. È evidente che per andare a sanare una situazione vergognosa e non più accettabile come quella di Islanda, fosse indispensabile capire quanti nuclei famigliari vivessero nell’area, quanti fossero i minori e gli anziani presenti e le loro condizioni (dalla scolarizzazione ad eventuali disabilità). Non si prendono impronte digitali, non si incidono numeri sulle braccia; è un’analisi demografica, identica a quelle che periodicamente riguardano l’intera cittadinanza. Ed è ben distante dagli obiettivi, dalla filosofia e dai metodi evocati dal leader della Lega nonché vicepremier Matteo Salvini, che ha ipotizzato un censimento globale esclusivamente su base etnica per successive ‘cacciate’.

Non si può non osservare che l’amministrazione usa la parola ‘censimento’ fra virgolette, precisando poi che la sua è solo un’analisi demografica.

Come si vede nell’immagine, estratta dall’allegato A della delibera con cui la giunta ha approvato il programma di superamento di via Islanda, si parla invece di censimento, senza virgolette. Viene cioè usata la parola secondo il significato corrente nella lingua italiana, così come indicato dalla Treccani.

“Operazione statistica di rilevazione diretta e totale intesa ad accertare lo stato di un fatto collettivo in un dato momento e caratterizzata dall’istantaneità, dalla generalità e dalla periodicità: cdella popolazione, rilevazione per accertare lo stato della popolazione, e cioè la sua consistenza numerica, la sua distribuzione territoriale e la sua composizione intrinseca riguardo ai caratteri etnici, biologici e sociali degli individui di cui si compone”.

Ciascuno può constatare da solo se ciò che si legge nella tabella corrisponde o meno a questa definizione.

Il Comune si premura di precisare che nel suo ‘censimento’ “Non si prendono impronte digitali, non si incidono numeri sulle braccia”. Non ci sembra che il ministro Salvini abbia indicato queste pratiche, l’unica cosa detta è che lui il censimento lo vuole per espellere gli irregolari. Peraltro proprio ieri l'assessore regionale Gualmini aveva giustamente precisato che un eventuale censimento, come quelli generali della popolazione, dovrebbe essere rigorosamente anonimo. Quindi sì alla "ricognizione demografica", non alla schedatura.

Ora si può capire l’imbarazzo di Palazzo Garampi nell’aver effettuato un censimento (o ricognizione demografica che di si voglia) in via Islanda due anni prima che Salvini lo invocasse, con obiettivi suoi, diversi da quelli dell’amministrazione, per tutta la popolazione Rom. Però se nella polemica politica, anche la più dura, non si entra nel merito delle questioni, si sollevano solo polveroni che servono solo ad alimentare le rispettive tifoserie e i dibattiti (meglio sarebbe dire gli insulti) sui social. Anche nel nostro articolo avevamo ben precisato che lo scopo del Comune di Rimini è avere un quadro preciso per poter decidere i servizi più adeguati; basta ribadire questo concetto senza dilungarsi sulle impronte digitali e sui numeri sul braccio, e senza prendere le distanze dalla parola censimento come se fosse una bestemmia.

Nella seconda parte della nota, l’amministrazione replica ad alcune dichiarazione di Mateoo Zoccarato e Marco Croatti (5 Stelle).

“Il consigliere della Lega Matteo Zoccarato che, in affanno per le ‘sparate a sfondo razziale’ del suo leader, tenta maldestramente di creare confusione. Possiamo però rassicurare il consigliere: i ‘metodi’ di questa Amministrazione sono e continueranno ad essere ben lontani da quelli di Zoccarato e del suo partito, il quale però per dirla tutta è il primo in queste settimane a richiamare la legge europea per risolvere queste situazioni sui territori italiani. In un certo senso, sono proprio la Lega e il Movimento 5 Stelle a certificare la correttezza del percorso scelto a Rimini per il superamento della vergogna di via Islanda, in piena coerenza con quanto dispone l’Unione Europea, l’Italia e la Regione Emilia Romagna. Va sottolineato con favore e un brindisi, in tale ottica, il primo vagito da parlamentare locale di Marco Croatti il quale affermando come il tema degli insediamenti dei nomadi sia risolvibile ‘nel rispetto della legge e delle persone’ si iscrive- forse a sua insaputa- fra i sostenitori del programma appena varato da questa amministrazione comunale. Che, appunto, mette al centro legge e persone e non razzismo, discriminazione, luoghi comuni, ipocrisia, benaltrismo allo scopo di lasciare tutto così, invocazioni fideistiche al ‘deus ex machina’ che tutto fa e tutto risolve. Per ora solo sugli organi d’informazione. Si vedrà ai primi provvedimenti ma in questo senso, il ‘contratto’ tra lega e 5 Stelle fa stare tranquilli circa la bontà e la correttezza del percorso attivato a Rimini”.

Articoli correlati