Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Riccione, i politici all'assemblea Caritas. Polemiche e intervento dei parroci

Martedì, 24 Aprile 2018

È stata un’assemblea della Caritas con un seguito di polemiche quella svoltasi venerdì scorso a Riccione. A destare scalpore è stato l’enorme numero di partecipanti, decisamente più numerosi rispetto ad analoghi appuntamenti precedenti. Sui quotidiani locali è stato notato che ad ingrossare le fila erano anche esponenti politici, consiglieri ed assessori, della maggioranza che amministra la città.

Il clamore è stato notevole, tanto che i parroci di Riccione si sentono oggi in dovere di intervenire nel dibattito. Innanzitutto ricordano che “La Caritas è lo strumento pastorale diocesano e parrocchiale di educazione comunitaria alla carità. Il nostro Vescovo Francesco Lambiasi nel discorso alla presentazione del Rapporto della Caritas sulle povertà diceva che: “La Caritas non è l’organo erogatore di aiuti, distributore di fondi, promotore di collette da dividere con/tra i poveri. E’ invece l’organo che aiuta l’organismo a realizzare una sua funzione vitale: la pratica dell’amore. E’ l’occhio che fa vedere i problemi antichi e nuovi…

“Noi sacerdoti di Riccione – proseguono i parroci - siamo convinti che la Caritas cittadina debba continuare su questa strada indicataci dal nostro Vescovo, perché solo su di essa possiamo essere una Chiesa capace di condivisione e di servizio.

La Caritas cittadina è questo luogo dove ogni persona si sente accolta e dove ciascuno può donare del suo tempo per essere compagno di viaggio di chi è nel bisogno, per cui come parroci ci teniamo a sottolineare che la Caritas non rappresenta nessun partito e non appoggia nessuna scelta di parte”.

Il richiama finale è alla buona politica occorre evocata da Papa Francesco in visita pastorale a Cesena lo scorso 1 ottobre: “Una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali – esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.

Si Facebook era in precednza intervenuta anche una simpatizzante della maggioranza di centrodestra, Vittoria Pullè, che ha rivolto ai “critici” cinque interrogativi: E’ vietato iscriversi per i simpatizzanti della maggioranza?; Essere una simpatizzante della maggioranza e’ una nota di demerito? ; La mia iscrizione alla associazione è stata irregolare?; Il mio voto è stato irregolare?; Lo statuto e’ stato violato con il mio voto?

Dopo aver risposto con altrettanti no, propone altre domande: “La persona che ha rilasciato l’intervista al giornale, il Presidente uscente della associazione, Galavotti, non è forse quel Galavotti che è anche presidente della Direzione del PD riccionese?; Con i consiglieri comunali di maggioranza, non erano presenti all’Assemblea, venerdì sera, anche i consiglieri comunali del PD Marina Gambetti e Simone Gobbi?; Alla assemblea di venerdì sera, non era forse presente anche il Segretario del PD di Riccione, Alberto Arcangeli, o ho visto male io?; Alla Assemblea di venerdì sera, non erano forse presenti anche altri esponenti della Segreteria PD ed altri maggiorenti del partito? O mi sono sbagliata? Se così fosse, perché si addita la presenza di persone “vicine” alla maggioranza, e lo si evidenzia come un fatto negativo, e non si dice nulla del fatto che il PD di Riccione era praticamente tutto presente?”.

La Pullé osserva infine “l’assoluto strabismo con cui in questa città si leggono le situazioni: tutto ciò che è normale, se fatto dalle sinistre, se lo fa qualche persona con “simpatie di centrodestra” viene bollato come “insidia”, come “letterale mobilitazione”; quasi che la Caritas fosse di proprietà di qualcuno, un orticello politico da coltivare. Ci sono persone, nelle parrocchie che vanno ad esprimere i consiglieri in seno all’associazione, che non si sentono politicamente di appartenere ad un “monocolore PD”, e che a volte vorrebbero far sentire la propria opinione, senza essere viste per forza come “eversori” o “politici arrembanti”.
La Caritas è un patrimonio, e nessun movimento politico deve pensare di metterci sopra le proprie bandierine”.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram