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Sanità, scatta la caccia alla pubblicità ‘no-vax’

Mercoledì, 21 Febbraio 2018

(Rimini) “Nessun territorio in regione, e probabilmente in Italia, ha innalzato negli ultimi sei mesi la propria protezione sociale, individuale e di comunità come Rimini”. Lo sostiene l’assessore Mattia Morolli, dopo la vicenda della pubblicità sulle criticità dei vaccini commissionata dal comitato ‘E pur si muove’ prima su un bus Start Romagna poi davanti alla sede riminese della Asl. “Il motivo è legato al recupero straordinario sulla copertura vaccinale testimoniato dai dati presentati dalla Regione Emilia-Romagna, in cui si evidenziava come la provincia di Rimini stia crescendo il doppio rispetto la media regionale, aumentando in sei mesi del 9% netto la sua copertura territoriale. Certo, c'è ancora da recuperare un gap consistente, ma i risultati ottenuti nell'arco del 2017 sono senza dubbio un valore da rimarcare in ogni occasione con la dovuta adeguatezza”.
Per Morolli “c'è, esiste dunque una stragrande maggioranza di genitori e famiglie che hanno preso consapevolezza della situazione ottemperando non solo ad un obbligo di legge, ma anche ad un dovere civico, verso sé e verso gli altri. Ma è evidente come vi sia una minoranza, singoli e associazioni, in Italia e anche sul territorio riminese, che si muove in maniera molto diversa. Ovvero impegnandosi in veri e propri slalom tra le leggi nazionali e regionali vigenti, così come tra i vari regolamenti comunali”.

Un esempio sono “i 'decaloghi' fatti circolare nei mesi scorsi per bypassare l'obbligo del 10 marzo per la presentazione della documentazione (o delle prenotazioni) per mantenere la frequenza a scuola anche di bimbi non vaccinati, e ora la campagna pubblicitaria su ruote”, che “vanno in quella precisa direzione. Difficile, se non impossibile, sostenere il contrario e cioè l'evidenza. Come Amministrazione comunale di Rimini, sin da subito, ci siamo impegnati in una campagna culturale per la diffusione dei vaccini e per il rispetto degli obblighi di legge. In questo senso riteniamo doveroso che, in presenza di mezzi veicolanti questi messaggi che definiscono 'scelta' quello che è a detta di ogni organismo sanitario e medico solo un grave rischio per la salute di tutti, le verifiche amministrative si accompagnino a una segnalazione alle autorità competenti”.
Per l’amministrazione “non è solo una questione di 'mezzo' (camion vela o impianto fisso) ma anche di 'messaggio'. Noi riteniamo opportuno avanzare a chi per legge è tenuto al controllo e alla verifica della liceità di queste cose la richiesta della liceità di questi messaggi rispetto alle direttive nazionali, riprese dai regolamenti comunali, dello IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, l'ente preposto a verificare la correttezza, onesta e veridicità della comunicazione commerciale onesta) contenute nel Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale”. Morolli quindi ricorda alcuni aticoli di questo codice.

Articolo 1 "la comunicazione commerciale deve essere onesta, veritiera e corretta. Essa deve evitare tutto ciò che possa screditarla”.
Articolo 2 "...deve evitare ogni dichiarazione...tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche”.
Articolo 3 "Terminologia, citazioni e menzioni di prove tecniche e scientifiche devono essere usate in modo appropriato. Prove tecniche e scientifiche e dati statistici con limitata validità non devono essere presentati in modo da apparire come illimitatamente validi”.
Articolo 6 "Chiunque si vale della comunicazione commerciale deve essere in grado di dimostrare, a richiesta del Giurì o del Comitato di controllo, la veridicità dei dati, delle descrizioni, affermazioni, illustrazioni e la consistenza delle testimonianze usate”.
Articolo 8 ""La comunicazione commerciale deve evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità e, salvo ragioni giustificate, della paura”.

L'Amministrazione comunale, quindi, “convinta dei risultati e del beneficio all'intera comunità proveniente dal rispetto delle leggi sui vaccini, chiede a ogni organismo, per competenza, di verificare se questi messaggi pubblicizzati dai gruppi 'free vax' e 'no vax' siano corrispondenti non solo allo spirito ma al vero e proprio dettato del Codice”.


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