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Riminesi longevi? Lisi: merito della buona sanità

Martedì, 20 Febbraio 2018

(Rimini) “La media di 84 anni, tra le più longeve in Italia e seconda soltanto a Firenze, dei residenti nel territorio riminese testimonia come anche i processi di riforma sanitaria, in atto negli ultimi anni, stiano fornendo riscontri concreti”. E’ il commento del vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi ai dati dell’ultimo rapporto dell'Osservatorio nazionale della salute nelle regioni italiane, diffuso ieri. “Va sottolineato, peraltro, come nel report dell'osservatorio, se Rimini è al secondo posto nazionale per longevità media, è tutta la Romagna a registrare risultati di livello, con Forlì- Cesena (83,573) e Ravenna (83,521) che si pongono ai primissimi posti".
Nel dettaglio, “per quanto riguarda la cardiologia, il Ministero segnala che un cittadino riminese che si reca presso l'Ospedale Infermi ha il 30% in meno di probabilità di 'decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto' rispetto al cittadino medio italiano; oppure che un cittadino che si reca presso l'Ospedale Infermi ha il 48% in meno di probabilità di 'decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto' con esecuzione di angioplastica coronarica entro 2 giorni rispetto al cittadino medio italiano; oppure un cittadino che si reca presso l'Ospedale Infermi ha il 36% in più di probabilità di essere trattato con angioplastica coronarica entro 2 giorni dopo un episodio di infarto rispetto al cittadino medio italiano. Rispetto la cura del femore Un cittadino che si reca presso l'Ospedale Infermi ha il 16% in più di probabilità di essere operato entro 2 giorni dopo un episodio di frattura del collo del femore rispetto al cittadino. Un cittadino che si reca presso l'Ospedale Infermi ha inoltre il 36% in meno di probabilità di 'decesso a 30 giorni' dopo un ricovero per insufficienza renale cronica rispetto al cittadino medio italiano”.

La geriatria di Rimini, “nel corso del solo 2017 ha effettuato oltre 1.400 ricoveri con degenza media di 11 giorni, che rappresenta un indicatore allineato alle migliori realtà cliniche. L'età media dei ricoverati si attesta tra gli 84 e gli 85 anni, con una lieve prevalenza delle donne rispetto agli uomini. Un reparto che ha da poco visto la nomina del nuovo primario, anche questo un segnale importante a testimonianza della centralità di questo ambito sanitario nel riminese.Ma oltre ai numeri, a fare la differenza è la nascita di percorsi ad hoc per le principali patologie e anche per la presa in carico delle persone anziane che, nel corso degli anni, ha implementato l'offerta sanitaria nel Riminese, non solo a livello ospedaliero. Su quest'ultimo aspetto in particolare già dal 2008 è attivo il "Noa" (nucleo operativo aziendale per la continuità assistenziale), un servizio pensato per l'assistenza domiciliare di persone che vengono dimesse dall'ospedale ma che hanno ancora bisogno di essere seguite con percorsi protetti, nel percorso di guarigione. La fine della degenza in ospedale non pone sempre fine ai bisogni di assistenza e cure, sopratutto dopo problemi acuti come, ad esempio, rottura di femore o polmoniti”.
Un servizio “concepito proprio per l'invecchiamento della popolazione riminese e la crescente domanda i percorsi di protezione ed assistenza per quei pazienti che, ricoverati per patologi e croniche, hanno bisogno di essere seguiti anche dopo il ritorno a casa. Sempre in linea con questo approccio c'è anche il servizio di telesoccorso/teleassistenza: le persone vengono dotate di un apparecchio da tenere al collo con un pulsante, se l'utente lo preme scatta un segnale alla centrale del telesoccorso in cui ventiquattro ore al giorno risponde personale addestrato per sentire qual è il problema e attivare gli eventuali percorsi di assistenza. Il servizio di teleassistenza invece prevede periodiche telefonate di operatori addestrati ad anziani fragili (soli e/o con patologie) per sentire loro condizioni. Tali servizi vengono ulteriormente implementati durante le emergenze meteoclimatiche (ondate di caldo in estate e di freddo in inverno) grazie ad una "mappa delle fragilità" che i servizi sociali hanno e che tengono costantemente aggiornata”.

Numeri, conclude Lisi, “che testimoniano l'efficacia della scelta di dotare il nostro territorio di area vasta di un sistema di organizzazione sanitaria in grado di specializzare le risorse, portando eccellenze nei diversi ambiti sanitari a pochi chilometri da casa”.


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