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Caritas, boom di accessi: l’ambulatorio dei poveri cerca medici volontari

Giovedì, 18 Gennaio 2018

(Rimini) L’ambulatorio ‘Nessuno escluso’ è l’ultima creazione in seno alla Caritas diocesana, realtà che a Rimini proprio oggi compie 40 anni. Attivo dal 4 novembre 2017, ha accolto 43 pazienti nei primi due mesi di apertura al pubblico, ogni giovedì mattina presso la sede di via Madonna della Scala, grazie alla turnazione dei quattro medici volontari guidati da Andrea Gattiani. E’ dedicato alle persone che hanno perso la cittadinanza e quindi il diritto all’assistenza medica, assicurata di regola ad ogni cittadino italiano e ad ogni immigrato regolare. Tra le persone a cui l’ambulatorio guarda ci sono italiani “che da tempo hanno abbandonato le case di residenza”, spiega don Renzo Gradara, vivendo per lo più in strada, spesso ridotti ad una condizione tale da “non ricordare nemmeno da dove arrivino e chi fosse il loro medico in origine”, oppure “cittadini europei che però sono qui senza lavoro, come per esempio i rumeni”.
Il numero dei pazienti è destinato ad aumentare perché, come spiega Daniele Monticini dell’unità operativa di strada della Croce rossa, “sono molti i senza tetto che soffrono di patologie croniche, per esempio un alto indice di glicemia che incontriamo nelle nostre uscite. Un numero che si avvicina al 60 per cento degli incontri”.
E’ per questo che, come fa notare il direttore della Caritas Mario Galasso, “le idee ci sono, gli spazi anche e pure le medicine, che ci dà il Banco farmaceutico. Quindi noi cerchiamo altri dottori che vogliano fare il medico dei poveri”. Insomma, per l’ambulatorio con un numero di accessi in crescita è aperta la ‘caccia’ al volontario.
Dei 43 pazienti incontrati nei primi due mesi 14 sono femmine e 29 maschi; 13 italiani, 29 stranieri, 1 con doppia cittadinanza; 34 enza fissa dimora e 9 no. Tra gli stranieri si segnalano 8 marocchini, 6 rumeni, 3 algerini, 2 albanesi, 2 senegalesi, 2 tunisini, 2 ucraini, un argentino, un bulgaro, un congolese, un gambiano e un somalo. Qualcuno di essi si è rifatto vivo più di una volta, visto che i passaggi registrati in ambulatorio nei due mesi di attività sono stati 59, 107 sono stati i farmaci distribuiti, 39 le visite mediche effettuate.
Uno dei buchi neri dell’assistenza sanitaria ai poveri, resta a questo punto quello delle cure odontoiatriche. “Troppo costoso - fa notare don Gradara - realizzare qui un ambulatorio specialistico in Caritas. L’ipotesi realizzabile - lancia - è quella di creare una rete di dentisti disponibili a fare alcune cure gratis nei loro studi”.


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