Stampa questa pagina

“Mense troppo care”, la Lega all’attacco

Venerdì, 15 Dicembre 2017

(Rimini) Secondo la Lega Nord, “a Rimini si fa cassa anche con le scuole”. La polemica è scattata ieri durante il consiglio comunale. A puntare il dito contro “le politiche vessatorie” dell’amministrazione Gnassi, è il consigliere Matteo Zoccarato, che mette in evidenza un “triste primato di cui il nostro Comune può vantarsi; ovvero il costo della ristorazione scolastica. A fronte di una media nazionale che si attesta attorno ai 700 euro annui a bambino, a Rimini solo di mensa ogni famiglia spende mediamente 1000 euro l’anno”.
Cifre che fanno la differenza a fine mese e che non si possono eludere: “il Comune vieta tassativamente alle famiglie e ai bambini di portarsi il pasto da casa costringendo i genitori ad attingere loro malgrado al portafogli”. Per Zoccarato la difesa avanzata dall’Amministrazione Gnassi “è ridicola” perché incentrata sulla “qualità del servizio. Se tuttavia prendiamo in considerazione la Regione Veneto, esempio assoluto in termini di efficienza e qualità, si spende almeno il 25% in meno”.
Discussione in aula anche sul servizio di pre e dopo scuola e sulla bocciatura, da parte della maggioranza, dell’emendamento presentato dal consigliere del Carroccio che chiedeva di renderlo gratuito in quei plessi dove le adesioni avessero raggiunto numeri rilevanti: “considerato che nella maggior parte dei casi entrambi ì genitori lavorano e sempre più spesso lo fanno lontani decine di chilometri da casa, ritengo che il poter lasciare i propri figli a scuola 10 minuti prima dell’orario d’ingresso debba essere un diritto, non un privilegio. Ma per il Partito Democratico (che non ha giustificato il proprio NO all’emendamento) non è così”. “Facendo una mando di conti – conclude Zoccarato – una famiglia riminese spende all’anno circa 2000 euro solo per esaudire il diritto alla scolarizzazione dei propri figli. Intanto il Comune pensa ad altro e mette a bilancio altre priorità; una su tutte le casette per le famiglie nomadi”.