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Stupri Miramare: rito abbreviato per Butungu, via al processo

Martedì, 17 Ottobre 2017

(Rimini) Alla fine è stata la stessa difesa di Guerlin Butungu a chiedere il rito abbreviato. Il 20enne congolese è alla sbarra accusato di essere a capo della banda di minorenni che il 26 agosto scorso ha aggredito una coppia di turisti polacchi, violentando la donna e successivamente una prostituta trans peruviana. L’udienza di oggi era stata richiesta dalla sua difesa per chiedere proprio il contrario e cioè un processo ordinario, ma la situazione a un certo punto si è capovolta.

L'accusa in aula ha ribadito la sua preferenza per il rito direttissimo, in quanto il congolese ha ammesso gli addebiti su quasi tutti i 12 capi d’imputazione (gli stupri e alcune rapine), esclusi quelli legati alla cessione di stupefacenti ai compari minorenni. A sua volta, la difesa di Butungu ha ribadito la volontà di non voler proseguire col rito direttissimo, perché "non basta che ci sia una ammissione generica da parte dell'imputato dei fatti a lui contestati”, servirebbe bensì un’ammissione decisa.

Dopo la camera di consiglio, il tribunale ha quindi accolto la posizione della difesa e ritenuto ammissibile il rito direttissimo solo per lo stupro, la rapina e le lesioni nei confronti dei turisti polacchi e della peruviana. A questo punto la difesa è tornata sui suoi passi, chiedendo il processo per direttissima per tutti i capi d'imputazione. Richiesta accolta dal collegio giudicante. Rito abbreviato e sconto di un terzo della pena (se condannato) per Butungu, quindi.

"Come Dipartimento tutela Vittime, a prescindere dal rito con cui verrà celebrato il processo, chiediamo che la Giustizia faccia il suo corso nella maniera più celere possibile, onde evitare, come succede in moltissimi casi, il rischio di una estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Attesa la gravità dei fatti contestati, confidiamo che agli autori di questo crimine orrendo, venga comminata una pena adeguata, pena che, di contro, risulterebbe inflitta invano, se, una volta divenuta irrevocabile la sentenza, non venisse effettivamente scontata dal colpevole", è la dichiarazione del Dipartimento tutela vittime, rappresentato a Rimini da Beatriz Colombo, i cui attivisti hanno manifestato davanti al tribunale in occasione dell'udienza.


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