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Ed ora Cagnoni si vuole espandere nei congressi

Lunedì, 29 Maggio 2017

Italian Exibition Group si vuole allargare nel settore congressuale. Lo ha annunciato il presidente Lorenzo Cagnoni in occasione della presentazione dl primo report dell’Osservatorio sul turismo congressuale nelle province di Rimini e di Forlì-Cesena, realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio e l’università. Come nel settore fieristico, la società sorta dalla fusione di Rimini e Vicenza, gestisce manifestazioni organizzate in altri territorio, allo stesso modo Cagnoni pensa di investire le competenze acquisite nel congressuale in altre città italiane. Quali siano non l’ha detto, in omaggio alla riservatezza dovuta a trattative in corso.

Il presidente di IEG ha dipinto un quadro critico del sistema fieristico-congressuale italiano, dal quale si distingue una realtà come quella sorta dalla fusione di Rimini e Vicenza che, dopo sette mesi, ha confermato tutte le sue potenzialità. E questo vale anche per il congressuale. Secondo Cagnoni, le difficoltà degli ultimi anni sono dipese, oltre che dalla crisi, da una fase di star up che per forza di cose è stata più lunga del previsto. Ed ha definito “vecchi malinconici” quanti si attardano a criticare ancora la scelta di costruire il nuovo Palacongressi e le dimensioni con cui è stato progettato. I risultati ottenuti sono positivi e autorizzano, secondo il presidente di IEG, le ambizioni di espansione in altri territorio italiani.

Secondo i dati dell’Osservatorio nel 2016 in provincia di Rimini sono arrivati 1 milione e 100 mila convegnisti che hanno generato 549 mila pernottamenti. Gli eventi sono cresciuti del 6,7% e i congressisti del 5,4%. Una inversione di tendenza positiva che arriva dopo un quadriennio che aveva visto perdere a Rimini il 22% di presenze congressuali (il 29 per cento in Emilia Romagna). A questi risultati l’astronave di via della Fiera ha contributo con 149 manifestazioni (85 nazionali, 51 locali, 6 regionali e 7 internazionali) che hanno portato 280 mila partecipanti, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. Certamente le ambizioni si sono ridimensionate: nel 2016, secondo lo studio che aveva giustificato la costruzione del nuovo Palacongressi, sarebbero dovuti arrivati 540 mila congressi, quasi il doppio di quelli effettivamente conquistati. Fra i risultati positivi segnalati, la crescita dei convegni medico scientifici che in genere hanno una durata media di tre giornate: nel 2016 hanno portato a Rimini 20 mila persone per complessive 50 mila presenze, rispetto a quattro anni fa la loro quota è passata dall’8 all’11 per cento

L’attività congressuale genera nel territorio circa 200 milioni di fatturato, il 37% del quale dovuto al noleggio delle sale, il resto da allestimenti, catering e pernottamenti. Insieme al fatturato indotto della Fiera si arriva a 800/900 milioni di euro, pari al 10 per cento del Pil provinciale. Secondo Cagnoni attività fieristica e attività congressuale devono essere sempre più integrate fra loro.

La Riviera di Rimini risente comunque di un trend complessivo del mercato italiano: secondo la presidente di Federcongressi Alessandra Albarelli negli ultimi due anni c’è stata una crescita del 15 per cento. Ed anche i congressi internazionali (ancora pochi in Riviera) sono aumentati come ricaduta provocata dall’instabilità (politica, terrorismo) di altre destinazioni del Mediterraneo.

Seconda la ricerca sono buone le prospettive per il 2017: è atteso un aumento del 4 per cento sia per il numero degli eventi che per quello dei partecipanti.

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