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Riccione: Vescovi, la "città rotta" e il Trc che interessa pochi

Sabato, 13 Maggio 2017

“Sono riuscita nell’impresa di riunire intorno a me tutta l’area del centrosinistra”, dice con orgoglio la candidata del Pd, Sabrina Vescovi, che questa mattina ha tenuto al Palazzo del Turismo la sua conferenza programmatica. Ed è proprio il limite che qualcuno le rinfaccia, perché conduce una campagna diretta a rinsaldare l’orticello sicuro piuttosto che cercare di sfondare in altri campi. Le respinge l’accusa: “Faccio il pieno nel campo dei valori del centrosinistra. Poi seguo la via della concretezza dei problemi. I riccionesi guardano alla credibilità dei candidati. Per anni una città orientata verso il centrodestra, ha eletto sindaci di sinistra. È vero che mi sono candidata in un momento in cui il Pd ha il suo momento politico più basso. È una sfida ma vedo che in città il clima è buono”.

Vescovi sostiene anche che non è vero che non lanci fendenti polemici all’avversario. “Certo non voglio che si arrivi allo sbrago del 2014. Basta con le faide fratricide che danneggiano la città. La più grossa critica che rivolgo alla giunta uscente è di aver alzato steccati come meccanismo di protezione. Si sono fatte scelte solo per rimarcare la rottura con il passato, non si è cercata una nuova coesione sociale”.

Facciamo osservare alla Vescovi che la Tosi le ribalterebbe la questione: è stato il Pd, con il Trc, ad alzare muri e dividere la città. “Secondo un sondaggio – ribatte – il Trc interessa solo il 18 per cento della popolazione. Alle assemblee a cui partecipo sono in pochi a sollevare questo problema. Su questa opera è stata impostata una battaglia politica personalistica. Diciamo che siamo uno a uno, palla in centro. Anche se non ho difficoltà a riconoscere che è stato sbagliato realizzare solo nel 2014 un progetto data 1995. Però la Tosi ha fatto in modo che fosse realizzato il più brutto possibile”.

Se il Trc non scalda più i cuori dei riccionesi, Vescovi racconta su quali argomenti strappa gli applausi nel corso degli incontri. “Arrivano quando parlo della sede ex Cgil, chiusa, e solo tre anni dopo si capisce che potrebbe esse utile alla città. Applaudono quando parlo dello smantellamento del progetto pedagogico nelle scuole. O quando dico che questa città è stata rotta. La Tosi è percepita come una persona divisiva, al di là dei sorrisi impostati che esibisce”. Beh, un attacco di questo tipo ancora non lo si era sentito.

Il suo programma si sviluppo su relazioni (il 2014 ha fatto perdere il senso di comunità), cultura (il Turismo che diventerà Palazzo della Cultura, l’Istituzione che riavrà i finanziamenti perduti), testa (cioè capacitò di progettazione e di visione), attenzione ai giovani. Sottolinea che Riccione deve dare ai suoi ospiti emozioni, dare loro la sensazione di essere davvero in vacanza, e non in mezzo ai problemi (traffico, smog, ecc.) che già vivono nelle loro città.

Il programma non prevede nuove grandi opere. A Riccione c’è già tutto, serve riqualificazione. Osserva con disappunto che nei cassetti dell’amministrazione uscente non c’è un progetto di riqualificazione che possa essere subito messo in cantiere. Sostiene che occorre uscire dalla paura del debito. Fare debiti è nocivo se si spendono i soldi per iniziative discutibili. Ma i debiti contratti dalle passate amministrazioni hanno lasciato opere importanti come il Palacongressi, il lungomare, le scuole, lo stadio del nuoto. Occorre un equilibrio virtuoso perché i debiti non vadano troppo ad incidere sulla capacitò di spesa per i servizi.

Sul tema delle notte riconosce che nella zona del Marano si era raggiunto un punto di non ritorno, ma fermando tutto, come ha fatto la passata amministrazione, si è danneggiata l’immagine di Riccione, che appare come una città spenta.

Facciamo notare a Vescovi che il suo programma non è tanto diverso da quello di patto Civico: chiederà i suoi voti al ballottaggio? “Non mi rivolgerò al ceto politico, ma all’elettorato”.


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