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Rinnovamento nello Spirito in convention, il carcerato che ringrazia

Lunedì, 24 Aprile 2017

(Rimini) “Ho ringraziato Dio per la mia condizione di carcerato nella gioia. Per avermi fatto provare vergogna del mio passato, per aver imparato a chiedere perdono”. È quanto ha raccontato ieri pomeriggio Michele, da pochi giorni tornato in libertà dopo 25 anni di detenzione, nella sua testimonianza pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica che ha concluso la seconda giornata della 40ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) in corso a Rimini. “Ho sperimentato che nella sofferenza si fanno i passi più lunghi per andare incontro a Gesù”, ha spiegato Michele, secondo il quale “il carcerato ha sinceramente bisogno che Dio lo aiuti a far morire l’uomo vecchio e far nascere l’uomo nuovo”. Nel 1993, in carcere a Livorno, ha il via “il mio cammino di fede” grazie ad “un gruppo di donne impegnate nell’evangelizzazione dei detenuti”. Poi la richiesta “per l’ingresso in carcere di fratelli e sorelle del gruppo RnS di Livorno”. Al primo seminario partecipano in 15, al secondo gli aderenti raddoppiano. Nasce così il “Gruppo san Michele Arcangelo”, il primo nato in carcere. Trasferito nel carcere di Melfi, lontano dalla famiglia, Michele fatica a comprendere. Poi capisce: “Lo Spirito Santo mi usava ed io mi lasciavo usare da Lui, e così anche nel carcere di Melfi ha formato il secondo gruppo del Rinnovamento. Dedicato anch’esso a san Michele Arcangelo”. A Melfi, ha concluso, in “oltre 40 varcano settimanalmente, da più di 4 anni, i cancelli del carcere per la preziosa opera di evangelizzazione i cui frutti di lode e ringraziamento al Signore si raccolgono in abbondanza” (Sir).