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Poveri, malati e soli: 16 mila riminesi fra noi

Sabato, 08 Aprile 2017

Poveri, malati e soli, si intitola il rapporto 2016 sulla povertà a Rimini redatto dalla Caritas, presentato oggi alla presenza del vescovo monsignor Francesco Lambiasi e delle autorità cittadine. L’anno scorso era emersa una diminuzione del numero delle persone che si erano rivolte ai centri Caritas. Quest’anno il grafico è tornato a salire arrivando a quota 6.776. Se si calcolano anche i componenti del nucleo famigliare siamo di fronte ad una realtà di 16.052 persone, compresi 3.316 minori. E questa povertà, sempre più diffusa anche fra le famiglie italiane, si esprime in cinque tendenze che tutti le associazioni ed enti che si occupano degli emarginati hanno riscontrato.

Certamente il dato più impressionante è quello relativo ai senza dimora. La Croce Rossa,che di notte ha unità di strada che percorrono vari puti della città, ne ha incontrati in un anno 2.052 La Caritas ne ha intercettati 1992, riscontrando un aumento di quelli italiani. La Capanna di Betlemme dell’associazione Papa Giovanni XXIII ne ha ospitati 735 per un totale di 16.648 pernottamenti.

Seconda tendenza: sono in crescita gli italiani poveri, specialmente gli over 50. Le Caritas presenti in diocesi hanno incontrato 2.383 italiani, pari al 35,2% del totale degli assistiti. Rispetto al 2010 gli italiani sono aumentati del 92 per cento. Anche la Papa Giovanni osserva che gli italiani sono passati dal 30 al 32 per cento, con gli over 50 in crescita. Le persone fra i 51 e i 60 anni che si sono rivolte allo Sportello sociale del Comune di Rimini sono state il 34,8 per cento.

Terza tendenza: aumentano le famiglie straniere con figli minori che sono residenti in Italia da oltre 20 anni. Sono famiglie in prevalenza marocchine, senegalesi, tunisine e albanesi. La Caritas ne ha incontrate 1.661; le famiglie straniere incontrate dallo Sportello comunale sono il 40 per cento del totale.

Quarta tendenza: aumentano i profughi che hanno terminato i progetti di accoglienza e che sono in attesa di entrarci, e non sanno dove andare. Solo la Caritas ne ha intercettati 280, ma anche altri enti e associazioni si sono occupati di loro, pur non spendo quantificarne il numero.

Quinta tendenza: aumentano persone e famiglie che alla povertà aggiungono problemi di salute. La Caritas nel 2016 ha donato655 farmaci a 241 persone e oltre novemila euro per acquistarli. La Mensa dei poveri di Santo Spirito ha distribuito 3.552 farmaci contro i 2.315 dell’anno precedente. Anche altri enti hanno riscontrato la stessa domanda. Circa cinquemila persone sono state visitate dal Centro di salute mentale. Il disagio psichiatrico è spesso accompagnato dalla povertà.

Proprio per l’emerger di un forte bisogno di salute, la Caritas ha promosso il progetto “Nessuno escluso”, cioè un ambulatorio a disposizione di quanti sono privi di assistenza sanitaria.

Del rapporto 216 fa parte anche una indagine campionaria svolta fra 160 famiglia, per un totale di 5005 persone, di cui 241 con problemi di salute. Sono situazioni di cui l’assenza di lavoro, o la sua precarietà, la malattia cronica, la mancanza di risorse per mantenere la casa si mescolano e creare forte disagio. Solo il 41 per cento delle famiglie riesce a sostenere le spese per la casa. Molte famiglie sono in attesa di una casa popolare che non arriva mai. Ma ciò che emerge è soprattutto una grande solitudine: il 58 per cento delle famiglie non ha sostegno da parenti e amici, gli unici aiuti che ricevono sono dalla Caritas o dalle parrocchie. Una famiglia ha detto ai volontari andati per l’intervista: “Siamo in questa casa da sette anni e siete le prime persone che siete venute a trovarci".

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