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Piazze, palme e demolizioni: la futura Cattolica a 5 Stelle

Venerdì, 07 Aprile 2017

Di tutto ciò che è stato realizzato sulla Riviera dal dopoguerra in poi, l’architetto Leon Krier, l’urbanista chiamato dalla giunta pentastellata di Cattolica a redigere il Masterplan della città, piace solo Portoverde. Un piccolo agglomerato urbano costruito intorno ad un punto centrale e con gli edifici di colore bianco. Un po’ come vorrebbe fare a Cattolica, immaginata come l’insieme di nove quartieri, ciascuno con la sua piazza, tanti edifici di colore bianco e molti alberi.

Al Salone Snaporaz ieri pomeriggio l’architetto ha presentato le sue idee per la città. Non è risultato ben chiaro se siano del tutto condivise anche dalla giunta, perché il sindaco Mariano Gennari nella breve introduzione si è limitato dire che lui fa il sindaco e che l’urbanistica bisogna lasciarla fare a quelli del mestiere. Lui è alle prese con la viabilità per l’estate e a combattere con la macchina infernale del Pro.De (protezione utenti deboli della strada) avuta in eredità dalla passata amministrazione. Fine dell’introduzione politica al verbo dell’archistar.

Krier ha quindi spiegato le sue idee sulla città. È partito dall’assunto che il più grave problema dei centri urbani moderni è la meccanizzazione dei trasporti, non importa se pubblici o privati. Gli automezzi hanno distrutto le città, hanno creato un sistema monocentrico che rappresenta un regresso. Per tornare a città a misura d’uomo bisogna creare molti poli e fare in modo che non siano invasi dalle auto. Ecco dunque che il territorio comunale è stato diviso in nove quartieri: Le Navi, il balneare, il porto, il Tavollo, i Giardini, il Ventena, il Conca, l’Ospedale ed un altro che non è ancora stato battezzato. Il centro di questi quartieri deve essere una piazza e dove non c’è bisogna crearla. I confini possono essere un muro esistente o una strada. Nei quartieri è bandito il traffico rapido, che è consentito solo ai confini. All’interno la velocità consentita dai 10 ai 30 chilometri orari, sulle strade laterali si può arrivare fino a 50 chilometri orari..

Per il grande problema di ogni città della Riviera, i parcheggi a servizio degli hotel della fascia litoranea, l’architetto dice no ai parcheggi multipiano, i posti per le auto pensa di realizzarli in un grande viale alberato parallelo alla ferrovia.

La città delle nove piazze (piccole, veri e propri salotti) è un programma per i prossimi trent’anni. L’architetto ha indicato ciò che la giunta pentastellata può fare subito per dare l’idea che qualcosa sta cambiando. Ad esempio il lungomare, che “adesso è un luogo di degrado”. La proposta è di alzarlo di un metro e mezzo e circondarlo di alberi (le slide mostrano svettanti palme). Anche i privati devono fare la loro parte abbellendo case ed alberghi con le logge (di materiale leggero), eliminando gli attuali balconi che sono il rifugio dei gatti.

All’incrocio fra via Dante e via Perugia l’architetto realizzerebbe subito una piazzetta: per farla bisogna però demolire un edificio. Rumore in sala e risposta di Krier: “Non si fa nulla di nuovo se non si demolisce, bisogna metterselo in testa”. In piazzale De Curtis si potrebbe creare un vero effetto piazza aggiungendo una fontana. Nei Giardini De Amicis va fatta un’aiuola tonda, vanno eliminati i lampioni e tutti gli edifici vanno riverniciati di bianco. A proposito di lampioni, l’architetto li vuole in vetro, non vuole i fari, “Rimini è stata rovinata con l’illuminazione dei fari”.

La ciliegina sulla torta la mette l’architetto Piercarlo Bontempi, che lavora insieme a Krier, con una citazione dell’imprenditore Brunello Cucinelli: “La bellezza è una malattia contagiosa”. Come dire. Cominciamo da qualche parte, quando avranno visto l’effetto che fa tutti vorranno la novità.

Fra gli ospiti anche il dirigente all’urbanistica della Regione Emilia Romagna, Roberto Gabrielli. “Le suggestioni presentate sono legittime ed anche condivisibili. Il vero tema è capire come si innesta il processo. Se si pensa di realizzare un progetto con le risorse pubbliche, non è più il tempo perché le risorse non ci sono. In Italia quasi tutto il patrimonio immobiliare appartiene alle famiglie e ai singoli privati, bisogna trovare il modo che questo patrimonio fermo si rimetta in moto”. E ha infine citato la nuova legge urbanistica regionale che ha superato l’impostazione predittiva (che creava solo la rendita) per approdare ad una nuova concezione: l’ente pubblica disegna un progetto di città e i privati che vi vogliono partecipare fanno le loro proposte, e poi si procede insieme. L’architetto Krier riprende la parola per spiegare che nella sua idea molti spazi verdi pubblici potrebbero essere occupati da nuove abitazioni per coloro che avranno gli edifici demoliti.

La nuova Cattolica vagheggiata dalla giunta pentastellata chiama dunque in causa direttamente i cittadini. Un geometra (sono i geometri i veri “urbanisti” storici della Riviera) ha infine chiesto lumi sull’iter del Masterplan. Si potranno fare osservazioni, come per uno strumento urbanistico. In risposta l’assessore Fausto Battistel ha detto che ci sarà ascolto dei cittadini, un passaggio in consiglio comunale, un confronto con la Soprintendenza e la Regione, ma ha fatto capire che siccome uno strumento urbanistico ha tempi lunghi, probabilmente le suggestioni dell’architetto Krier diventeranno un “piano di decoro per la qualità urbana”.


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