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Riccione. Patto Civico tace per ora sulle alleanze

Lunedì, 06 Marzo 2017

Chi voleva sapere se il neonato Patto Civico Riccione Oltre (ostetrico l’on. Sergio Pizzolante) stringerà alleanza con il Pd in modo da replicare in maniera perfetta l’operazione andata a segno a Rimini, è rimasto deluso. Stessa delusione per chi avrebbe voluto conoscere se questo “progetto” (non un nuovo partito, non semplicemente una lista, è stato sottolineato) avrebbe imbarcato anche Luciano Tirincanti & Soci. Sia ben chiaro, sono tutte ipotesi che rimangono sullo sfondo, in attesa che il complicato puzzle della politica riccionese venga finalmente ricomposto. Per il momento le parole d’ordine sono: costruiamo un programma per Riccione, apertura e confronto con tutti, senza pregiudiziali verso nessuno. L’unica pregiudiziale è verso Renata Tosi, della quale ci si dichiara fieramente alternativi.

Per comporre il puzzle mancano alcune variabili che sono in corso di definizione. Questa sera Forza Italia deciderà il destino di Luciano Tirincanti e degli altri che hanno condiviso la sua decisione di affossare la giunta di cui facevano parte. Un conto è se l’ex vice sindaco continuerà ad indossare la casacca berlusconiana, o se invece sarà indotto a mettersi in proprio. C’è inoltra grande attesa per le mosse di un grande vecchio della politica di Riccione, l’ex sindaco Terzo Pierani, che pare stia favorendo la nascita di una lista civica con esponenti dell’impresa e della società civile. Questa formazione si aggregherà alla coalizione del Patto Civico? E il Pd, seguirà gli umori anti-Pizzolante sapientemente coltivati da alcuni settori, o, obtorto collo, si adeguerà alle direttive regionali che spingono per una soluzione alla riminese?

In attesa che queste tessere si chiariscono, ecco l’uscita pubblica del nuovo soggetto politico. Nella sua veste di ostetrico, Pizzolante (affiancato da Fabio Ubaldi e Omar Venerandi di Oltre, e da Alessandro Rapone, ex supporter della Tosi profondamente deluso) ne ha disegnato i contorni e la mission. Ha riconosciuto che non si può parlare di un Rimini-bis, perché le situazioni sono diverse sotto molti aspetti. Ha sostenuto che a Rimini non è stata fatta una lista di appoggio a qualcuno (di solito non vanno oltre al 4%) ma si è data l’opportunità al ceto medio di muoversi dalla protesta alla proposta. Allo stesso modo i promotori di Patto Civico Riccione Oltre, chiederanno a imprenditori e professionisti di scendere in campo e di costruire un progetto per risollevare la città dalla grave crisi in cui è piombata sotto l’amministrazione Tosi.

Qui la parola d’ordine è uscire dall’isolamento. Se Rimini in questi anni ha messo in campo investimenti pubblici per complessivi 400 milioni, Riccione si è cullata in uno sterile atteggiamento autartico. Il turismo è in caduta, gli stranieri sono scomparsi, gli investitori si sono allontanati da Riccione, non ci sono idee per il futuro, solo sterili polemiche contro Rimini e contro Bologna. Invece la sfida del futuro si vince facendo squadra con le altre località della costa, a partire da Rimini.

Pizzolante affonda inoltre il coltello sul mondo della notte, che l’amministrazione Tosi ha compresso facendo spegnere la musica alle 24 e allontanando il pubblico giovanile da Riccione. La città “ha bisogno di un raggio di sole, non di un ruggito di rancore”. E come se non bastasse: “Siamo di fronte ad un fallimento, di fronte al quale la Raggi a Roma appare una statista”.

Nelle prossime settimane il Patto Civico Riccione incontrerà le associazioni e categorie economiche per un confronto sui problemi della città, per elaborare insieme un programma e per sollecitare la discesa in campo con candidature.

Una lista civica che nasce da politici di lungo corso che sollecitano i “civici” a scendere in campo, non è forse un’anomalia? A Rimini non è stato così, gli esponenti della società civile ci hanno messo la faccia da subito. Fabio Ubaldi, di Oltre, replica che le cose non stanno così, che gli imprenditori sono già coinvolti. E Pizzolante ricorre appunto all’immagine dell’ostetrico che favorisce la discesa in campo di chi finora è stato distante dalla politica. E riconosce: “Non dovesse esserci una risposta, è chiaro che il nostro progetto dovrebbe essere ricalibrato”.

È stato detto “noi ci siamo” e con noi dovete tutti fare i conti.

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