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Su Rimini volteggia il fantasma del treno biancoazzurro

Mercoledì, 08 Febbraio 2017

Forse è proprio vero che stiamo tornando alla Prima Repubblica. Non solo si parla di ritorno ad una legge elettorale proporzionale, ma tornano in auge anche certi fantasmi che avevano popolato le cronache locali di trent’anni fa.

Uno di questi fantasmi è il ripristino, in qualche modo, di un collegamento ferroviario Rimini-San Marino che rinnovi le glorie del tanto amato e celebrato trenino biancoazzurro che collegava la Riviera con il Titano. Nell’aprile del 1988 l’allora presidente delle Ferrovie dello Stato, Ludovico Ligato, arrivò a San Marino, accolto con tutti gli onori, ed annunciò che il governo italiano gli aveva dato mandato di ricostruire la ferrovia distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Anzi, assicurò che una volta pronto il progetto esecutivo, l’avrebbe realizzata in tre anni. A Rimini quegli annunci roboanti furono presi con sufficienza, se non con irrisione. Per il Pci, partito di governo a livello locale e di opposizione a livello nazionale, la storia del redivivo trenino altro non era che propaganda del Caf, l’asse fra Craxi, Andreotti e Forlani che da poco si era costituito a livello nazionale. Ligato appena un anno dopo fece una brutta fine, sotto i colpi di pistola di un agguato mafioso a Reggio Calabria. E così per molto tempo il trenino bianco azzurro è rimasto oggetto esclusivo di culto di appassionati e di nostalgici. Nel 2012, per esempio, si sono celebrati gli 80 anni dall’inaugurazione con studi e convegni che avevano ridato fiato ai sostenitori del ripristino della linea ferroviaria.

Adesso se ne torna a parlare. Il nuovo Segretario di Stato di Stato al Territorio, Augusto Michelotti, ha nei giorni scorsi rilanciato l’idea di una monorotaia che colleghi la Repubblica con Rimini. L’incremento del turismo e il decongestionamento della superstrada sono i principali argomenti a favore. Non si parla più del ripristino del vecchio tracciato, anche perché in molti punti, sia in Italia che in territorio sammarinese, è letteralmente scomparso, nel senso che intorno sono cresciute costruzioni di ogni tipo. Si parla di una “cosa nuova”, come appunto una monorotaia, da far scorrere in larga parte in un tracciato nuovo tutto da definire.

La pensata non è nuova, nemmeno a Rimini. Qualche anno fa la Provincia aveva compiuto qualche studio preliminare, dove si parlava di trasporto filoviario metropolitano di tipo leggero. Aveva anche ipotizzato il punto di partenza da piazzale Kennedy e l’attraversamento dei parchi(Olga Bondi, Alcide Cervi, Peep-Casa) fino al Palacongressi. Da quel punto in poi erano previste due ipotesi: lo sviluppo del tracciato lungo la superstrada o lungo il vecchio tracciato del trenino biancoazzurro.

La novità di questi giorni è che all’uscita del Segretario di Stato Michelotti ha subito risposto l’assessore alla mobilità del Comune di Rimini, Roberta Frisoni,  che ha raccolto la sfida e dato la disponibilità a sedersi attorno a un tavolo per fare camminare l’idea. Per l’occasione l’assessore Frisoni ha anche rispolverato le schede progettuali che la Provincia aveva elaborato nel corso del mandato del presidente Stefano Vitali.

Nessuno per il momento si è spinto più in là parlando degli eventuali costi di una simile operazione. Qualche anno fa le cronache avevano parlato di una tesi di laurea in ingegneria in cui un collegamento metropolitano fra Rimini e San Marino era quotato 55 milioni di euro. Probabilmente non è azzardato pensare che un’opera del genere possa raggiungere i costi del Trc (100 milioni), la cui ultimazione è prevista entro l’anno. Si può già immaginare l’impatto sull’opinione pubblica di una simile prospettiva.  Quanto meno si dirà di aspettare di verificare come e con quali costi di gestione funzionerà il Trc, se davvero servirà ad accorciare i tempi di percorrenza fra Rimini e Riccione e se avrà passeggeri a sufficienza per non diventare subito un enorme colabrodo di risorse pubbliche.

Si può convenire che una linea metropolitana fra Rimini e San Marino risponde ad alcune necessità non solo turistiche (a vantaggio soprattutto della Repubblica) ma anche di pendolarismo (diretto verso la zona di Cerasolo e lo stesso Titano). L’assessore Frisoni ha sostenuto che si tratta di una questione strategica. Inoltre, un collegamento che toccasse il Palacongressi conferirebbe immediatamente una maggiore utilità alla stessa linea del Trc che avrebbe così uno sbocco non limitato alla stazione ferroviaria. Se questa idea di una metropolitana leggera non resterà la boutade di un governo appena insediato ma avrà sviluppi, si può star certi che il progetto di fattibilità sarà esaminato con una lente di ingrandimento molto precisa e affinata. Non ci sono in ballo solo i costi, ma anche i tempi di realizzazione. Il Trc è un convoglio che si è mosso molto lentamente ed arriverà a fine corsa già con i limiti dell’età e con le caratteristiche dell’incompiuta (collegamento con la Fiera, collegamento con il resto della costa). In questo caso la procedura chiama in causa anche i rapporti fra due Stati sovrani, e ciò non facilità certo la sveltezza. Insomma, è tutto da verificare se il fantasma biancoazzurro potrà di nuovo materializzarsi.


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