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Rimini, asili ai privati: realtà e polemiche strumentali

Venerdì, 07 Ottobre 2016

Chi si oppone (comitato, sindacati, forze di opposizione) al progetto dell’amministrazione comunale di dare in gestione privata 4 sezioni di asili nido e 16 di scuola per l’infanzia ritiene di aver trovato l’arma segreta che smaschera le bugie dell’assessore Mattia Morolli e il complotto ordito in favore delle cooperative sociali.

L’arma segreta è l’articolo 17 del decreto 113 dove si può leggere: “Per garantire la continuità e assicurare la qualità del servizio educativo nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido degli enti locali… i comuni possono procedere, negli anni 2016, 2017, 2018, ad un piano triennale straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale insegnante ed educativo necessario per consentire il mantenimento dei livelli di offerta formativa”. Ecco svelato l’inganno: il Comune può assumere, ma non vuole. Tutto bene, solo che se si prendono tutti i comunicati diffusi in questi giorni, tutti si dimenticano di citare anche le condizioni che lo stesso decreto pone: il rispetto delle norme per il contenimento delle spese di personale e l'obbligo di non superare la spesa sostenuta nell’anno scolastico 2015/2016.

“E’ proprio per questa ragione – spiega il dirigente del personale Alessandro Bellini – che noi non possiamo assumere altro personale nelle scuole. Lo abbiamo ben spiegato ai sindacati, che probabilmente conoscono la norma meglio di noi, ma fanno finta di non capire. Quel decreto cerca di dare una risposta al problema del precariato nelle scuole comunali sull’esempio da quanto fatto dalla “buona scuola” per gli statali. Ma sono state poste condizioni per evitare che i Comuni facessero assunzioni incompatibili con le esigenze di contenimento della spesa”.

C’è anche una particolarità del Comune di Rimini: “Noi abbiamo avuto 58 unità di personale dei servizi educativi che sono state trasferite ad altri incarichi perché, per vari motivi, non erano più idonee a svolgere le mansioni per le quali erano state assunte. A queste se ne aggiungono altre venti che sono state valutate come temporaneamente non idonee, che però abbiamo comunque dovuto rimpiazzare. Va inoltre sempre tenuto presente che un precario lo assumi e lo paghi per nove mesi, mentre un contratto a tempo indeterminato è a carico per dodici mesi. Insomma, una serie di esigenze e di condizionamenti che avrebbero avuto come conseguenza la chiusura di alcuni servizi. Il Comune non ha voluto chiudere e quindi l’unica alternativa percorribile era l’esternalizzazione. Quello che potevamo fare l’abbiamo fatto assumendo dieci nuove maestre da settembre”.

Un altro argomento usato dagli oppositori al provvedimento è che il Comune avrebbe già superato il limite fissato del 40 per cento in gestione privata. Solo che nel numero delle gestioni private inseriscono anche le scuole delle suore, dei preti e degli altri istituti privati, che sono private punto e basta, non fanno parte del sistema comunale. Quando si va in guerra, bisognerebbe sempre verificare che le proprie cartucce siano valide e colpiscano l’obiettivo e non si limitino a fare bum.

Nella querelle di inizio anno scolastico, interviene oggi anche l’assessore Morolli. Dopo aver ribadito che l’esternalizzazione non andrà a scapito della qualità, osserva che il “progetto, oltre ad essere presente nei programmi di mandato dal 2006 ad oggi, negli ultimi mesi è transitato ed è stato approvato, senza nessuna opposizione da parte della minoranza, due volte in Consiglio comunale”.

Morolli sottolinea anche “la strumentalità politica di certe accuse. Non solo nei programmi di alcune forze politiche rappresentate in Consiglio le parole ‘sussidiarietà’ e ‘privatizzazione’ compaiono più volte e a gruppi di dieci a volta; ma quelle stesse forze politiche che oggi protestano non hanno alzato un dito quando nei mesi scorsi gli atti sono stati oggetto di dibattito nell’aula consiliare”.

Aggiunge poi che “non ha l’obbligo di coerenza il Movimento 5 Stelle visto che là dove governa (o governava fino a ieri, vedi Parma) il coinvolgimento di soggetti privati nella gestione di servizi scolastici raggiunge percentuali ben oltre la media; qua a Rimini invece, direttamente o indirettamente attraverso suoi ex, afferma l’esatto contrario. ‘Da latte e da uova’ come si dice con felice sintesi. Sul fatto che le parole d’ordine di qualche comitato somiglino molto agli slogan dei 5 Stelle, compreso il “complottismo” e il “processo alle intenzioni”, è cosa che non mi sorprende più di tanto”.

Cosa prevede il capitolato di gara

Per entrare nel merito, ecco alcune norme contenute nel capitolato di gara che certamente interesseranno molto gli utenti:

3.1 Progetto pedagogico/educativo ed organizzativo

L’impianto pedagogico/educativo e organizzativo del servizio deve essere sviluppato, in coerenza con la legge n.62/2000 sul riconoscimento della parità (le scuole comunali sono scuole paritarie, secondo la legge, ndr) nonché con le “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.

Il calendario annuale delle attività educative non dovrà essere inferiore a quello adottato dal Comune per le scuole d’infanziain base al calendario della Regione Emilia – Romagna,indicativamente dalla seconda settimana del mese di settembre al 30 giugno con la sospensione per Natale e Pasqua.

L’affidatario (cioè chi vince la gara, ndr) nel corso della gestione dovrà assicurare il rispetto dei criteri previsti per l’ottenimento della parità a pena della decadenza del contratto.

In ogni sezione dovranno essere presenti 2 insegnanti garantendo la compresenza per almeno 4 ore giornaliere.

Dovrà essere prevista l’accoglienza di bambini diversamente abili certificati ai sensi della legge 104/1992.

Dovranno essere assicurati i servizi ausiliari ( pulizia, lavanderia, somministrazione pasti, cura spazi esterni, … ) complementari alle attività educative.

Con l’offerta presentata in sede di gara possono essere formulate proposte di attivazione, presso la sede indicata, al fuori dei periodi di apertura previsti dal calendario delle attività educative comunale servizi aggiuntivi e sperimentali gratuite o con onere a carico delle famiglie e senza oneri aggiuntivi per il Comune.

3.2 Personale da impiegare

Il funzionamento della scuola per l’infanzia deve essere assicurato da personale insegnante e da personale addetto ai servizi generali in possesso dei requisiti fissati dalla normativa vigente sulla parità scolastica in merito ai titoli di studio previsti.

Il personale insegnante impiegato dovrà avere specifica esperienza in servizi educativi rivolti alla fascia di età 3 – 6 anni, di almeno 10 mesi anche non continuativi. Sono esclusi dal conteggio i periodi di servizio prestato in qualità di volontariato e tirocinante .

Deve essere presente una figura con funzioni di coordinatore pedagogico, dotato di esperienza di almeno 12 mesi nel coordinamento di servizi socio-educativi e di laurea specialistica ad indirizzo socio-pedagogico o socio-psicologico che deve coordinare le attività educative e raccordarsi con il Coordinamento Pedagogico comunale.

Tutto il personale dovràessere   idoneo dal punto di vista fisico, morale e professionale.

Il personale dovrà essere in regola ai sensi di quanto previsto dal D. Lgs. 39/2014 e s.m.i. in materia di lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.

Al fine di garantire la continuità educativa per la migliore qualità dei servizi prestati l’affidatario assicura, di norma, la stabilità del personale insegnante salvo gravi o motivati casi e comunque con criteri e modalità precedentemente comunicati al Comune in merito a sostituzioni per ferie, malattie, permessi, congedi per maternità.

ART. 9   GESTIONE

Nel corso dell’anno scolastico 2017/18 tutti gli oneri di ordinaria manutenzione, per tutte le intere strutture elencate all’articolo 1, saranno a carico del Comune.

A partire dall’anno scolastico 2018/19 tutti gli oneri di ordinaria manutenzione, per tutte le intere strutture elencate all’articolo 1, saranno a completo carico dell’affidatario.

ART. 12   RESPONSABILITA’ DELL’AFFIDATARIO

L’affidatario dovrà provvedere all’immediata sostituzione di quei dipendenti che il Comune a suo insindacabile giudizio ritenesse non idonei allo svolgimento dei servizi affidati.

B) Con riferimento al rapporto di lavoro :

inquadrare tutto il personale impiegato nel rispetto delle norme contenute nel vigente CCNL di categoria, nonché applicare integralmente il Contratto medesimo ed eventuali accordi integrativi aziendali e territoriali. Tutto il personale impiegato nelle attività oggetto del presente appalto svolge i propri compiti senza vincoli di subordinazione nei confronti del Comune.

E) Controllo della qualità :

L’affidatario è tenuto a monitorare costantemente la qualità percepita ed erogata del servizio sia dotandosi di una metodologia e di strumenti propri sia avvalendosi di strumenti predisposti dal Comune.



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